Rivoluzione o guerra n°25

(Settembre 2023)

AccueilVersion imprimable de cet article Version imprimable

L’impasse politica della Corrente Comunista Internazionale

In tutte le nostre attività, cerchiamo di essere coerenti con la nostra concezione del ruolo centrale del partito politico proletario – e in sua assenza dei gruppi e delle minoranze comuniste – nel processo rivoluzionario e nel futuro della nostra classe, nonché nelle sue lotte quotidiane. È quindi una questione di principio che consideriamo i congressi e le altre conferenze, assemblee o riunioni generali, ecc. di altri gruppi rivoluzionari e in particolare della Sinistra Comunista, come momenti importanti nella vita del campo politico proletario e nella lotta per il partito.

Leggendo i documenti del 25° Congresso della CCI, appena pubblicati nel luglio scorso, ci è sembrato che non rappresentasse una sfida particolare per il campo proletario. Impigliato nelle sue contraddizioni teorico-politiche di natura idealistica, in particolare di fronte al rifiuto di qualsiasi dinamica verso la guerra imperialista generalizzata che il capitale sta cercando di imporre, la CCI si trova impantanato nella giustificazione e nella difesa della sua teoria opportunista della Decomposizione, che fa acqua da tutte le parti di fronte alla realtà storica. Questo congresso non fa altro che esprimere la crescente marginalizzazione politica di questa organizzazione sia all’interno del campo che in relazione alle questioni storiche che il proletariato internazionale deve affrontare. Sarebbero bastate due pagine. Ma...

E poi... all’inizio di agosto, sul suo sito web in lingua francese, la CCI ha annunciato un ’dossier’ completo, di cui la nostra modestia potrebbe soffrire, con sei articoli dedicati al solo GISC (Gruppo Internazionale de la Sinistra Comunista). E, senza aspettare, ne hanno pubblicati tre in un colpo solo : Il parassitismo politico non è un mito e il GISC ne è una pericolosa espressione [1] ; I fondamenti marxisti della nozione di parassitismo politico e la lotta contro questo flagello [2] et La pseudo-"critica" del GISC alla piattaforma della CCI [non ancora tradotto in italiano: La pseudo-« critique » de la plateforme du CCI par le GIGC [3]]. Ciò, questo significa che dobbiamo dedicare a questa organizzazione un po’ più di tempo di quanto avevamo previsto. Abbiamo quindi deciso di prendere posizione prima sul testo che risponde alle nostre critiche alla piattaforma dalla CCI. E poi di riprodurre la nostra posizione sul Congresso, invariata, così come è stata redatta prima che la CCI lanciasse la sua offensiva contro il nostro gruppo.

Rapido tentativo di spiegare questo attacco anti-GISC

Come spiegare che la più importante organizzazione della Sinistra comunista, secondo le sue stesse parole, “si abbassa” a dedicare decine di pagine per rispondere alle critiche politiche mosse da “questo gruppetto parassitario” (testo Fondamenti...)? Questo è di per sé un indice del suo attuale smarrimento politico. Così come delle dinamiche che oppongono le forze anti e pro-partito all’interno del campo proletario. Non ci si può sbagliare: dietro di noi, il bersaglio della CCI e della sua politica ’antiparassitaria’ è l’intero campo proletario e le sue componenti che lavorano per la chiarificazione politica e il raggruppamento delle forze comuniste. Perché questa offensiva, che il verbale del congresso non annuncia? Oltre a introdurre divisione e settarismo nel campo proletario, ci sono almeno altre due ragioni immediate o contingenti. In primo luogo, il richiamo alla “difesa dell’organizzazione” di fronte alla GISC, un “gruppo parassitario della peggior specie” (la sua riposta alla nostra critica della sua piattaforma), costringe tutti gli militanti a mettere a tacere i propri dubbi sulle posizioni politiche, le analisi e le dinamiche dell’organizzazione; e quindi a serrare i ranghi al proprio interno contro la “officina dello Stato borghese” [4] che saremmo, ha ribadito incessantemente la CCI fin dalla nostra costituzione nel 2013 [5]. In secondo luogo, è obbligato a rispondere alle domande dei contatti e dei giovani militanti che si avvicinavano alla Sinistra Comunista sulle posizioni di altri gruppi, in particolare della TCI e del GIGC. La realtà in movimento del campo proletario e delle nuove forze e individui che si muovevano verso di esso, realtà di cui è obbligato a tenere conto almeno in parte, lo poneva quindi in aperta contraddizione con la sua teoria del parassitismo, come avevamo già notato durante la riunione del comitato NWBCW a Parigi. [6] L’impasse in cui si è chiusa è il risultato ineluttabile delle contraddizioni oggettive e storiche causate dall’adozione della teoria opportunista e idealista della decomposizione e del "parassitismo" che l’accompagna. Insomma, che nessuno si lasci impressionare dalla virulenza dei commenti e dalle decine di pagine già pubblicate e ancora da pubblicare, questa offensiva non esprime una posizione di forza e di dinamismo, ma di crescente e inevitabile debolezza e disorientamento politico, interno ed esterno.

Il metodo di discussione proprio della CCI

Veniamo alla “risposta” sulla sua piattaforma. Innanzitutto, invitiamo caldamente i nostri lettori e i militanti e simpatizzanti della Sinistra Comunista, o quelli che le sono vicini, che condividano o no le nostre posizioni e che vogliano essere coerenti, a leggere la nostra Presa di posizione sulla piattaforma della CCI [7] per potere formarsi un’opinione personale. E, in particolare, di giudicare se le nostre argomentazioni sono “diffamatorie, fuorvianti e calunniose”. Potranno anche confrontare il nostro metodo di dibattito e confronto politico con quello della CCI. Il nostro testo è relativamente breve. Sei pagine.

Il metodo utilizzato dalla CCI può essere riassunto dalle seguenti citazioni: “Le tare conciliaristi con cui la GIGC affligge la piattaforma della CCI sono pura calunnia... Queste ’critiche’ sono grossolanamente fuorvianti... Diffamazione aperta, denigrazione, calunnia... ulteriori, enormi, spudorate bugie... affermazioni false... critiche fraudolente...”, ecc. ecc. Da qui la “necessità di ristabilire la verità sulle nostre posizioni politiche”, si giustifica. Al loro posto avremmo scritto la “Verità”. Dubitiamo che tali confutazioni possano attirare un sostegno diverso da quello dei seguaci e dei credenti della setta. In risposta alle nostre critiche su questo o quel punto della piattaforma, la CCI ci rimanda anche ad altri articoli per stabilire le nostre “bugie e calunnie”. Non difende il punto della piattaforma in questione, né lo esplicita, ma rimanda a un altro testo.

Esempio: il nostro articolo evidenzia le debolezze, a nostro avviso, della piattaforma della CCI sul parlamentarismo. Invece di rispondere difendendo la sua piattaforma, la CCI risponde come segue: “Ciò che il GIGC si affretta a non dire in questa sede è che le tesi di Lenin sono riprodotte integralmente nel seguente articolo della CCI ’La democrazia borghese è la dittatura del capitale’, il che riduce a nulla la critica di una presunta debolezza della nostra posizione su questa questione e illustra ancora una volta il metodo subdolo del GIGC.” Specifichiamo che l’articolo in questione è stato pubblicato nel 2000 e non è altro che una ripubblicazione delle Tesi di Lenin sulla democrazia borghese e la dittatura del proletariato, adottate al 1° Congresso dell’Internazionale Comunista nel 1919. E quindi? Cosa c’entra con la piattaforma scritta nel 1976? Convincente, vero?

O ancora: “contrariamente a queste false affermazioni, la CCI non minimizza in alcun modo il ruolo fondamentale svolto dal partito nel successo della rivoluzione russa (...). Ciò è confermato dai numerosi articoli in vari opuscoli che abbiamo dedicato a questa questione.” E continua facendo riferimento ad altri articoli e a un opuscolo pubblicato negli anni Novanta. Cosa c’entra tutto questo con i crauti [si dice in francese]? E la piattaforma stessa? E quindi la nostra critica? Niente.

Tralasciamo le... varie bugie della stessa CCI. Suvvia, solo una per divertimento: “solo un mitomane con l’aplomb del GIGC è in grado di dire tali sciocchezze. La CCI non si è mai considerata un partito (o un partito in miniatura) afferma, con enfasi, la sua risposta. Citazione dalla Risoluzione sulla situazione internazionale del 16° Congresso della CCI: “la CCI è già lo scheletro del futuro partito.” E dal Rapporto del 1975 sulla questione dell’organizzazione: “oggi dobbiamo capire che dobbiamo costituire l’asse, lo ’scheletro’ del futuro partito mondiale del proletariato.” [8] Siamo bugiardi e mitomani? Ah, la dura realtà...

E poi ci sono i silenzi e le omissioni.

La posizione di ordine consiliarista della piattaforma della CCI sulla coscienza di classe

C’è un passaggio e un argomento che il testo della CCI non cita, nemmeno come menzogna. E per una buona ragione: basiamo la nostra argomentazione su un articolo della Rivista Internazionale e su una Risoluzione della stessa CCI, entrambi risalenti agli anni Ottanta. Ci scusiamo con il lettore per citare [e tradurre dal francese] l’intero passaggio della nostra posizione sulla piattaforma della CCI su questo punto. Infatti, al di là della polemica immediata, la questione è di fondamentale importanza nella lotta per il partito e fa parte, a nostro avviso, di un’acquisizione della Sinistra Comunista che deve essere discussa e che va oltre la sola CCI.

« Molti passaggi di quest’ultimo punto della piattaforma [la PF della CCI del 1976] sono di per sé corretti, ma sono contraddetti da altri di natura e contenuto apertamente consiliaristi. Ad esempio:

“L’autorganizzazione delle lotte della classe e l’esercizio del potere da parte di questa non è una delle vie verso il comunismo, che si potrebbe mettere a paragone con altre. E’ L’UNICA VIA. L’organizzazione dei rivoluzionari (la cui forma più avanzata è il partito) è un organo necessario che la classe si dà per lo sviluppo della presa di coscienza del suo divenire storico e per orientare politicamente la lotta per questo divenire. Per questo motivo l’esistenza del partito e la sua attività costituiscono una condizione indispensabile per la vittoria finale del proletariato.” [PF della CCI]

È consiliarismo la sostituzione dei consigli operai come organi dell’insurrezione proletaria e dell’esercizio della dittatura del proletariato con l’auto-organizzazione delle lotte e l’esercizio del potere – inutile dire che ogni da estrema sinistra, soprattutto anarchico, che sia anche solo un po’ radicale si riconosce con entusiasmo in questa verbosità anarchica, che è più che confusa da un punto di vista marxista e di classe. È consiliarismo la riduzione del ruolo del partito alla sola dimensione della presa di coscienza e dell’orientamento verso questo futuro, al posto della dimensione storica più ampia, concreta e immediata della direzione politica sia verso questo futuro che nelle lotte quotidiane della classe rivoluzionaria.

Questa riduzione del ruolo del partito a mero consigliere o esploratore della classe [9] si basa sulla tesi centrale dell’economismo e del consiliarismo, che purtroppo è presente nella piattaforma

“La coscienza della classe si forgia attraverso le sue lotte, essa si apre un cammino difficile attraverso le sue vittorie e le sue sconfitte.” [PF della CCI] Questa posizione dell’ economismo è proprio quella che Lenin ha giustamente combattuto in Che fare? e che la CCI ha dovuto a sua volta combattere al suo interno negli anni 1980.

“Facendo della coscienza un elemento esclusivamente determinato e mai determinante della lotta di classe, considerando che il ’solo e unico crogiolo della coscienza di classe’ è la lotta massiccia e aperta, [questa tesi] non lascia spazio alle organizzazioni rivoluzionarie (...). L’unica differenza sostanziale tra questa visione [centrista di fronte al consiliarismo] e il consiliarismo è che quest’ultimo porta il suo approccio alla sua logica conclusione, rifiutando esplicitamente la necessità di organizzazioni comuniste...” [10] [articolo della CCI da 1985] Fu a seguito di questo dibattito interno che la CCI adottò una risoluzione nel gennaio 1984 in cui si affermava, tra altre cose, che “la condizione della coscienza è data dall’esperienza storica della classe capace di prevedere il proprio futuro, e non da lotte contingenti e immediate.” Così facendo, contraddiceva questo punto della piattaforma della CCI, che non è mai stato corretto. » [11]

La citazione su cui ci basiamo è quindi un testo ’ufficiale’ della stessa CCI, una Risoluzione di organizzazione, che contraddice il punto specifico della sua piattaforma sulla questione della coscienza di classe e definisce la sua formulazione come centrismo rispetto al consiliarismo. Si può essere in disaccordo con la nostra critica, ma è difficile definirla una menzogna o una calunnia. L’impasse della CCI? Continua a sbattere la testa contro la realtà materiale e storica, in questo caso i suoi stessi testi ’ufficiali’, che non smette mai di negare.

Sulla questione sindacale, Sinistra tedesca o Sinistra di Italia?

Ma nonostante queste rozze evasioni, la CCI è costretta a fornire alcuni elementi politici. E qui... il minimo che si possa dire è che essi confermano ampiamente e chiaramente non solo che la piattaforma del 1976 è sotto l’influenza del consiliarismo, ma che questa influenza è ancora più pervasiva nella CCI di oggi. Prendiamo solo un esempio: la questione sindacale. Ricordiamo che la nostra principale critica alla piattaforma è che è permeata da un approccio consiliarista e economicista, che si esprime in particolare nella tendenza a spiegare i confini di classe con la pura impossibilità di riforme nella decadenza del capitalismo. [12]

Per mancanza di spazio, non ci addentreremo nell’argomentazione semplicistica – siamo gentili – secondo la quale affermare, come facciamo noi, che “il passaggio dei sindacati nel campo borghese è stato il prodotto di un rapporto di forze tra le classi” significherebbe difendere l’idea che sarebbe stato possibile mantenere i sindacati come organizzazione di classe. Da parte nostra, qui non c’è nessuna indignazione o scandalo per menzogna o calunnia. La CCI e altri hanno tutto il diritto di pensarlo e siamo pronti a dibatterne. Notiamo solo che significa ignorare la lotta politica che la Sinistra di Italia, compreso il gruppo della Gauche Communiste de France (GCF) a cui l’attuale CCI dichiara rivendicarsi, ha condotto nei sindacati fino al 1945. E quindi ignorare l’approccio e il metodo politico e di principio che animava la Sinistra di Italia in opposizione a quella tedesco-olandese.

Tuttavia, nella sua risposta, la CCI fa riferimento proprio a questa: “in realtà, le uniche lotte veramente ’ispiratrici’ per il proletariato in relazione alla questione sindacale sono quelle che hanno messo in discussione questa istituzione come strumento di lotta di classe, come è avvenuto in particolare durante la rivoluzione in Germania.” L’affermazione rimane vaga, anche se non è meno chiaro che ciò che la CCI considera ’ispirato’ è l’esperienza del KAPD e delle AAUD e AAUE nei primi anni 1920. Che cosa significava questa politica dal punto di vista della classe e delle sue lotte? Quali erano gli AAUD? Altro che “nuovi sindacati” radicali, con una piattaforma politica “comunista”, escludendo così i lavoratori non comunisti e rifiutando il ruolo di direzione politica specifico del partito comunista. Da questo punto di vista, la politica economicista-consiliarista del KAPD non era molto diversa, in termini di principio, dalla politica sindacale opportunista dell’Internazionale Comunista, il due chiamanti a la scissione e la divisione di quelli che erano considerati gli organi unitari della classe. [13]

Da parte nostra, noi rivendicammo della politica difesa dal PC de Italia, dopo de la sua Frazione di Sinistra, che si opponeva alla “scissione sindacale” in nome dell’unità dei lavoratori in lotta, qualunque fosse la loro opinione politica. Soffermiamoci un momento su questo punto, perché solleva una questione di principio e illustra la “leggerezza” e l’ignoranza dei nostri simpatici contraddittori. Nella nota 7 della sua risposta, facendo riferimento al Schema di programma del Partito Comunista Internazionalista da 1944 [14], la CCI ci interpella direttamente: “devono quindi avallare formulazioni come ‘il nostro partito, che non sottovaluta l’influenza degli altri partiti a tradizione operaia e l’importanza di tale influenza sulle masse, si fa assertore del fronte unico’, una politica dell’Internazionale Comunista durante la sua deriva opportunista e che era stata osteggiata dalla sinistra italiana fin dai primi anni 1920.” L’autore dell’articolo e il team che lo circonda hanno dimostrato una colpevole pigrizia. Perché non hanno letto tutto il punto? L’espressione “fronte unico” tra virgolette, che la CCI ha dimenticato, è molto chiara: il ’fronte unito’ come “manifestazione organica dell’unità proletaria ad di fuori dei partiti, essenziale ai fini della lotta e della vittoria.” Cioè, lo Schema di programma del 1944 si limitava a ribadire la posizione da sempre della Sinistra di Italia: « La tattica del fronte unico non va intesa come una coalizione politica con altri partiti cosidetti operai, ma come una utilizzazione delle rivendicazioni immediate sollevate dalle situazioni allo scopo di estendere l’influenza del partito comunista sulle masse senza compromettere la sua autonomia di posizione. Vanno dunque scelti a base del fronte unico quegli organismi proletari in cui i lavoratori entrano per la loro posizione sociale ed indipendentemente dalla loro fede politica e dal loro inquadramento al seguito di un partito organizzato. » (Tesi de Lione della Sinistra del PC di Italia, 1926) Nonostante le sue grida di sdegno e i suoi ripetuti scandali, la pigrizia e la crassa ignoranza della CCI sulle reali posizioni della Sinistra di Italia verificano e confermano la nostra critica secondo cui la rivendicazione delle Sinistre tedesche, olandesi e italiane nella piattaforma della CCI “ha lasciato poco spazio alla Sinistra italiana e molto alla sinistra tedesco-olandese” – una critica che la CCI definisce come una “spudorata menzogna”.

Il fatto che la Sinistra tedesca abbia percepito “prima” che i sindacati stavano diventando controrivoluzionari non rende la sua lotta più giusta o “ispiratrice” in termini di principi; e nemmeno... delle lotte immediate, sia che si trovassero ancora nel flusso rivoluzionario fino all’inizio degli anni 1920 o nel riflusso controrivoluzionario dal 1923 in poi. La politica che permetteva, e avrebbe potuto permettere, di stabilire linee di difesa di fronte al riflusso della marea e di preservare così il proletariato dallo scatenamento completo della controrivoluzione internazionale, implicava l’unità di classe sul terreno delle lotte rivendicative. Da sola, contro tutti, contro l’IC e contro la Sinistra tedesco-olandese dell’epoca, la Sinistra de Italia difese questa politica. In questo senso, e senza metterli sullo stesso piano dell’Internazionale degenerante, anche il KAPD e la Sinistra tedesca dell’epoca fecero la loro parte nell’aggravare il riflusso e la sconfitta dei lavoratori.

Ognuno la sua scuola e la sua ispirazione. Per la CCI, il KAPD che ha aperto la strada al conciliarismo degli anni 1930. Per noi, la Sinistra di Italia. Si può non essere d’accordo con le nostre critiche alle debolezze e all’impostazione consiliariste del documento storico che è la piattaforma della CCI del 1976. Ma il confronto tra posizioni diverse e il loro chiarimento meritano di meglio degli insulti e delle altre stupide smentite della CCI. Soprattutto per le giovani generazioni di rivoluzionari, a partire dai militanti e dai simpatizzanti di questa stessa organizzazione, che devono armarsi teoricamente e politicamente riappropriandosi realmente delle conquiste e dei dibattiti della Sinistra Comunista.

Agosto 2023

Accueil


Notes:

[3. Le citazioni di questo testo qui riportate sono pertanto tradotte da noi dal francese (https://fr.internationalism.org/content/11083/pseudo-critique-plateforme-du-cci-gigc-simulacre-danalyse-discrediter-cci-et-sa)

[5. Sorvoliamo sul fatto che il GISC-GIGC non è la FICCI – se non altro per la sua composizione e, soprattutto, per la sua piattaforma. E che la frazione non è stata una scissione della CCI, contrariamente alla menzogna – questa vera – del testo Fondamenti del parassitismo..., ma è stata esclusa. L’accusa è ancora più ridicola: nel 2001, solo due dei nostri membri erano adulti, e solo uno di loro, Juan, è un ex militante della CCI. Gli altri compagni, la stragrande maggioranza, avevano tra i dieci e i due anni. Appena nati e già parassiti e poliziotti! Per quanto riguarda il rigetto delle accuse contro la FICCI, chiunque voglia verificare può farlo facendo riferimento alle sintesi dei 60 Bulletin communiste de la FICCI (http://fractioncommuniste.org/index.php?SEC=b00), poi della Frazione Internazionale della Sinistra Comunista. In particolare, egli sarà in grado di individuare chi ha realmente violato i principi organizzativi e gli statuti della CCI in un riassunto relativamente breve della Storia dell Segretariato Internazionale della CCI nel suo bollettino 25 (http://fractioncommuniste.org/ficci_fra/b25/b25-4.php). Solo in francese, spagnolo e inglese.

[6. Rivoluzione o guerra #23, Impasse e contraddizioni della CCI con il “parassitismo”, la TCI e il GISC

(http://www.igcl.org/Impasse-e-contraddizioni-della-CCI)

[7. Solo in inglese, francese e spagnolo sul nostro sito web. RG #18, Prise de position sur la plateforme du CCI ( http://www.igcl.org/Prise-de-position-sur-la-671)

[8. Non siamo riusciti a trovare queste due risoluzioni tradotte in italiano sul sito della CCI. Rispettivamente Revue internationale #122 (https://fr.internationalism.org/rint/122_rsi) et Revue #1 (https://fr.internationalism.org/rinte1/orga.htm)

[9. Nota dell’articolo sulla la PF della CCI : Il paradosso del passaggio dal materialismo meccanico all’idealismo è solo apparente. Il consiliarista incoerente che non arriva a negare in modo assoluto la necessità dell’organizzazione politica è costretto a ridurre il ruolo di quest’ultima a quello da « diffondere la lucidità e la conoscenza, studiare, discutere e formulare idee sociali, e illuminare le menti delle masse attraverso la loro propaganda. » (Anton Pannekoek, Cinq thèses sur la lutte de classe, 1947, in Pannekoek et les conseils ouvriers, EDI Paris, 1969, tradotto da noi)

[10. Les glissements centristes envers le conseillisme [Gli frane centristi verso il consiliarismo], Revue internationale #42, 1985, https://fr.internationalism.org/rinte42/debat.htm

[11. Prise de position sur la plateforme du CCI [presa de posizione sulla la piattaforma della CCI], op.cit., tradotto da noi.

[12. « Entrando nella sua fase di decadenza, il capitalismo non è più in grado di accordare riforme e miglioramenti durevoli in favore della classe operaia. Avendo perso ogni possibilità di esercitare la loro funzione iniziale di difensori efficaci degli interessi proletari e confrontati con una situazione storica in cui solo l’abolizione del salariato, e quindi la loro stessa scomparsa, è all’ordine del giorno, i sindacati sono diventati, come condizione della loro stessa sopravvivenza, degli autentici difensori del capitalismo. » (Piattaforma della CCI)

[13. In questo articolo non possiamo sviluppare la nostra critica al KAPD e ai suoi AAUD-AAUE.

[14. I Quaderni internazionalisti di Prometeo, serie storica, #5 (https://www.leftcom.org/it/publications/quaderni-serie-storica)