Rivoluzione o Guerra n°23

(Gennaio 2023)

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Comunicato del 9 settembre 2022: La morte della regina Elisabetta e la dinamica degli scioperi in Gran Bretagna

“I sindacati britannici sospendono lo sciopero in seguito alla morte della Regina Elisabetta” (Agence Reuters, 8 settembre 2022 [1]).

Nella misura in cui abbiamo scritto un volantino di agitazione [2] all’attenzione dei proletari del Regno Unito il 20 agosto, è nostra responsabilità politica, se vogliamo applicare coerentemente il metodo di partito, tenere conto dell’evoluzione della situazione, in particolare del cambiamento determinato dalla morte della regina Elisabetta, una contingenza che diventa un fattore di rottura della dinamica della lotta di classe in corso nel Regno Unito, e avvertire i proletari se stiamo mantenendo o no i nostri precedenti orientamenti e parole d’ordine.

Non appena è stata annunciata la morte di Elisabetta II, era altamente probabile che il decesso, il periodo di lutto nazionale, il clamore mediatico, politico e ideologico che ne è seguito avrebbero inevitabilmente arrestato la dinamica degli scioperi in corso dei proletari nel Regno Unito. Non appena il decesso è stato reso noto, i sindacati britannici si sono precipitati ad annunciare la sospensione delle giornate di sciopero sindacale programmate; proprio quelle che i sindacati avevano istituito una dopo l’altra, settore per settore, settore dopo settore, per riprendere il controllo della combattività operaia che si era espressa, soprattutto nel periodo di maggio-giugno, con una dinamica di scioperi cosiddetti selvaggi, non ufficiali, senza preavviso sindacale; proprio quelli che avevano sottoposto al voto dei lavoratori perché fossero legali, ufficiali, ma che non avevano bisogno di alcun voto per essere annullati.

Non avendo una presenza militante nel Regno Unito, è difficile per noi cogliere l’umore immediato nelle file dei lavoratori, nei luoghi di lavoro, negli scioperi e nei picchetti. In particolare, al momento della stesura del nostro volantino del 20 agosto, era difficile capire se le giornate di azione sindacale di fine agosto rappresentassero un tentativo di riprendere il controllo della dinamica dello sciopero da parte dei sindacati, oppure se queste giornate fossero il culmine del controllo dei sindacati su questa dinamica, o addirittura il suo soffocamento. Tuttavia, convinti che la linea del confronto non potesse che situarsi allora, in agosto, attorno all’estensione e alla generalizzazione della lotta, abbiamo invitato tutti i proletari britannici a scioperare ’senza aspettare’; senza aspettare che i sindacati avessero concluso definitivamente il loro obiettivo; senza aspettare le giornate di azione nel ’proprio’ settore. Li abbiamo anche chiamati per continuare lo sciopero dopo la scadenza della giornata di azione sindacale in un determinato settore o impresa. Così facendo, si sarebbero opposti alla controffensiva del sindacato, sia che si trattasse di un semplice tentativo di riprendere il controllo, sia che fosse il culmine di questa presa di potere. Tuttavia, oggi, non c’è bisogno di una presenza militante locale per sottolineare che la dinamica in atto, sia essa ancora in fieri o già in declino, può essere solo interrotta dopo la morte di Elisabetta II. E quindi gli orientamenti e le parole d’ordine che l’avanguardia comunista, il partito di domani, deve portare avanti non sono già più gli stessi.

In effetti, e sulla base della nostra valutazione dei rapporti di forza generali tra borghesia e proletariato, sia a livello internazionale che semplicemente britannico, e come confermato dagli scioperi spontanei e selvaggi di maggio-giugno, era possibile – era una posta in gioco politica della situazione concreta immediata, del confronto tra le classi – che le frazioni più combattive del proletariato in Gran Bretagna si sarebbero impegnate, più o meno direttamente, nel confronto aperto con i sindacati per la conduzione degli scioperi e in opposizione alle loro tattiche di giornate d’azione. Da qui il nostro intervento e gli slogan del 20 agosto. Ora, da ieri, il livello di impegno e di lotta è diventato molto più impegnativo per il proletariato britannico, perché il rapporto di forza è diventato molto più sfavorevole. Il corso degli eventi non è più, immediatamente e per il momento, a suo favore.

Continuare gli scioperi o riprendere la lotta significa ora affrontare apertamente e frontalmente l’intero apparato statale che si è mobilitato intorno all’unità nazionale e al lutto. Tutte le sue forze sono tese al limite per attirare il popolo britannico nell’emozione e nell’unità nazionale intorno alla monarchia. Il risultato inevitabile è che la simpatia che l’opinione pubblica – cioè l’insieme del proletariato e degli strati piccolo-borghesi – avrebbe potuto dimostrare nei confronti degli scioperanti nel corso del mese di agosto, e fino a ieri, e l’ansia per le devastazioni dell’inflazione, non possono che attenuarsi notevolmente, se non scomparire, e isolare i pochi proletari, o le minoranze, che potrebbero azzardarsi a scioperare nei giorni a venire. Di conseguenza, il potenziale per imporre un equilibrio di potere alla borghesia, costringendola a fare marcia indietro sui suoi attacchi, in particolare accettando aumenti salariali generali di fronte all’inflazione, è notevolmente ridotto, se non addirittura annientato per il momento. Allo stesso modo, il potenziale di estensione, generalizzazione e unificazione degli scioperi è altrettanto ridotto, probabilmente annientato per il momento. Il momento favorevole per lanciare gli scioperi e per prolungarli è quindi passato. Riconoscere l’inversione delle dinamiche, del corso delle lotte, che la morte della Regina ha provocato – se non era già in atto a causa del rafforzamento del controllo sindacale – non pregiudica un’altra inversione delle dinamiche nelle settimane o nei mesi a venire. Ma riconoscere questa inversione ci porterebbe, e dovrebbe portare qualsiasi organizzazione comunista che voglia assumere il ruolo di effettiva direzione politica, a adattare o cambiare gli orientamenti e gli slogan precedenti; nel nostro caso quelli che abbiamo proposto il 20 agosto.

La morte di Elisabetta II, fattore contingente, ha così interrotto la dinamica degli scioperi in corso da maggio nel Regno Unito. Il suo utilizzo contro gli scioperi da parte dell’apparato statale e dell’intera borghesia britannica è stato indubbiamente facilitato dall’apparente – o almeno così sembra – ripresa della situazione degli scioperi spontanei e selvaggi da parte dei sindacati grazie alle giornate di azione di agosto. Tuttavia, resta il fatto che non c’è stata alcuna sconfitta, nemmeno minore, del proletariato durante questo episodio di lotta. La borghesia britannica riuscì semplicemente a interrompere la dinamica in corso. In questo senso, la mobilitazione dei lavoratori contro l’inflazione e per l’aumento dei salari in Gran Bretagna rimane rilevante e dovrebbe esprimersi nuovamente nei prossimi mesi, in una forma o nell’altra. A causa della crisi e della guerra imperialista, della preparazione alla guerra generalizzata, del riarmo generalizzato e dello sviluppo dell’economia di guerra, gli attacchi contro i proletari non si fermeranno. E le prime dichiarazioni del nuovo Primo Ministro Liz Truss hanno certamente eliminato gli ultimi dubbi rimasti. Quindi, se la dinamica di lotte e scioperi che ha prevalso quest’estate in Gran Bretagna è probabilmente una cosa del passato, è altrettanto probabile che sia stata solo la prima battaglia di un episodio di lotta di classe in Europa occidentale, e anche nella stessa Gran Bretagna. In ogni caso, non si tratta di una sconfitta che pregiudica una ripresa delle lotte nel medio e breve termine.

Il risultato di questa situazione, in cui la dinamica di lotta è fortemente invertita, è che la posizione attendista che consisteva nell’’aspettare un autunno caldo e che gli scioperi si sviluppassero meccanicamente’ per intervenire e proporre orientamenti generali e slogan di lotta è oggi annientata dalla rapida evoluzione degli eventi e, soprattutto, dalle iniziative della stessa borghesia. Se era difficile, e irrilevante, speculare di speculare su qualsiasi evento contingente, come la morte della regina, nell’analisi della dinamica del rapporto di forze tra le classi nel Regno Unito, resta il fatto che la presa in considerazione dell’azione dei sindacati contro gli scioperi era un elemento della situazione che doveva essere preso in considerazione, a meno che non si dimentichi che la lotta di classe è la lotta tra le classi, e che richiedeva la presentazione di orientamenti generali e slogan per un’azione immediata senza aspettare. Non c’è dubbio che questa sia una prima esperienza di lotta – e della dinamica di sciopero di massa – per le giovani generazioni di rivoluzionari, da cui spetta loro trarre le prime lezioni sul ruolo delle avanguardie comuniste, in particolare per assumere l’effettiva direzione politica delle lotte operaie.

Quindi non è più tempo per i comunisti per chiamare massicciamente a lo sciopero e la sua estensione per il momento nel Regno Unito, come abbiamo fatto il 20 agosto scorso [3]. ’Se è inutile dirlo, sarà ancora meglio dirlo’ secondo la formula di Talleyrand: se i proletari lanciano uno sciopero nonostante tutto, li sosterremo al massimo, pur limitando la portata degli slogan e delle azioni che lanceremo. Allo stesso modo, i militanti rivoluzionari possono essere portati a indire uno sciopero in tale o talaltro posto di lavoro in base alla situazione e alle potenzialità locali e poi è loro dovere farlo... tenendo conto del fatto che le possibilità di estensione e di simpatia attiva verso il loro sciopero sono fortemente ridotte. Ma le nostre parole d’ordine generali di partito in questo momento – cioè per questo 9 settembre e con riserva di qualsiasi nuovo evento che possa modificare il corso degli eventi, o anche di una contingenze sempre possibile – sono piuttosto quelle di invitare i proletari combattivi a raggrupparsi in comitati di lotta per mobilitarsi e prepararsi al meglio alla prossima puntata dello scontro in corso, di cui abbiamo appena vissuto la prima puntata. L’intervento di partito nel Regno Unito sposta la sua priorità dall’agitazione alla propaganda, con l’obiettivo di trarre insegnamenti e favorire il raggruppamento dei proletari più combattivi in vista della ripresa di questa particolare mobilitazione. E questo per il nuovo episodio, il nuovo momento della lotta di classe in Gran Bretagna che si apre di fronte alla crisi, alla guerra e alla preparazione di ogni capitale nazionale alla guerra imperialista generalizzata, una preparazione che richiede al proletariato la maggior parte dei sacrifici.

Il Grupo Internazionale della Sinistra Comunista, il 9 settembre 2022

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Notes:

[2. Non è stato tradotto in italiano. Il lettore può trovarlo sulle nostre pagine web in inglese, francese e spagnolo nel link "opuscoli e comunicati precedenti" di queste pagine.

[3. È anche possibile che il nostro intervento sia stato a sua volta tardivo – non siamo stati in grado di verificarlo, soprattutto a causa della nostra assenza dal territorio britannico.